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Lucciole, ombre e orsi

La strada di notte era molto buia. Marte cercava di catturare delle lucciole con una lanterna a vetri: si sa, guardare le lucciole aiutano a risollevare il morale di chi, di notte, non riesce a dormire per la malinconia della mancanza dello smog e della tecnologia di al-di-qua.

Ad un certo punto fa un incontro bizzarro: un ragazzo, Tesserak, che cammina solo nella notte, farfuglia e non sa da che parte andare. Dopo un pò di dialogo tra sordi, compaiono altri 2 personaggi sulla strada: Maya e Modelius, un uomo gatto.

Ad un tratto, mentre Marte corre dietro alle lucciole, un grosso orso bruno fa capolino sulla strada. Lo scompiglio prende il gruppo e tutti si lanciano alla ricerca di un albero su cui arrampicarsi.

Maya fa notare che l’orso sta puntando ad un nido d’api pieno di miele nelle vicinanze.

Tesserak lancia una pietra in testa all’orso che si inferocisce ed inizia a scuotere l’albero su cui si è appollaiato; Modelius salva la situazione: afferra il favo pieno di api incattivite e attira l’orso lanciando il nido lontano ma, si sa, gli uomini gatto hanno una bella pelliccia spessa che fa invidia ai migliori apicoltori…

Il gruppo infine si dilegua nella notte mentre l’orso si trastulla con il favo.

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