"Piacere di rivederti, [to]" ti saluta una voce maschile, serena.
L'immenso simbolo di luce è scomparso: al suo posto, un uomo. Occhi neri, nitidi, profondi e penetranti, capelli bianchi lunghissimi raccolti dietro le spalle, una carnagione da ragazzino abbronzato ed un improbabile abbinamento di scarpe da ginnastica con un doppio petto grigio di alta sartoria ti impediscono di ipotizzare l'età di questo distinto signore.
Attorno a te il mondo è tornato ad essere quello noioso di un tempo: niente più cieli e case dipinti a vinaccia, automobili e persone che percorrono indisturbati le rotaie della propria esistenza, il rumore delle foglie scosse dal vento, tutto, perfino i classici rumori delle tazzine del bar ed il forte profumo di caffè appena tostato certificano il fatto che la noiosa normalità ha ripreso il suo corso. Tutto, tranne lo strano signore che ti guarda dall'alto, tendendoti una mano per aiutarti a rialzarti.
"Hai fatto un bel volo [to]: succede così a chi cammina con la testa tra le nuvole" dice l'uomo mentre, goffamente, cerchi di rialzarti con l'aiuto della sua mano.
"Ci conosciamo?" chiedi cercando di riadattare i tuoi sistemi neuronali alla realtà ordinaria.
"Certo, ci conosciamo da molto tempo e ogni volta che ci rincontriamo è sempre la stessa storia con te: tu non ti ricordi mai di me, né della Scuola. Devo constatare che non resta più un briciolo dell'Immortalità del Mago che, un tempo, ardeva in te, [to]" afferma sicuro lo sconosciuto.
La tua radio interiore cerca di avvisarti dei nefasti scenari futuri che ti si prospetteranno se continuerai a dar credito a questo bizzarro sconosciuto: in ogni caso, a breve, i quotidiani locali apriranno con la tua foto segnaletica...
Tuttavia ti è impossibile ignorare la dinamica di questo strano incontro e, come se non bastasse, ti accorgi che la sua presenza non solo pare abbia sbiadito il ricordo della paura provata appena qualche secondo fa ma che, addirittura, la sua vicinanza ti stia trasmettendo gioia, vitalità e, soprattutto, presenza: una forte sensazione di essere ancorato al presente, nello spazio e nel tempo, si fa strada sempre più rapidamente dentro di te.
Echi antichi di battaglie cavalleresche, di esplorazioni in territori vergini ai confini del mondo, di spedizioni in lontani abissi vulcanici e di riti iniziatici riverberano per una frazione di secondo nella tua corteccia cerebrale, sotto forma di déjà vu.
Senza nemmeno riuscire a filtrare razionalmente la domanda...