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Fatta la frittata!

Mentre Presenzia cerca di asciugarsi il lunghi capelli cercando un posto al sole dove potersi mettere a testa in giù, Marte scherza leggero: “Modellius, hai ancora i peli della schiena elettrostatici, lo sai?” . Rinfrescato dalla delicata pioggerella, Modelius risponde “Sì, vecchio, sento ancora un pizzicore… tu piuttosto come ti senti? Mi sembri ringalluzzito…”; interviene Presenzia “anche tu sembri diverso gattaccio”.

Poco più in là… “Ci risiamo, acqua, acqua e ancora acqua” esclama un cavaliere bofonchiando tra sé e sé. Cammina guardando il sentiero, all’improvviso alzò il capo attirato dal lontano rumore di una poiana; in lontananza si erge placidamente un l’enorme Albero. “A quanto pare non sono l’unico in questo strano posto” boffonchia .

Ayin, una ragazza dall’aria impaurita che corre sulla strada si rivolge a Marte : “giovane, scusa, puoi aiutarmi? c’è uno a cavallo che mi sta seguendo” Non mi convince affatto” “Hey, giovane a chi??” chiede sorpreso girandosi verso la ragazza. “Certo che sono ringalluzzito, mi chiamano giovane, non hai sentito anche tu??” dice a Modelius che nota una strana figura a cavallo procedere sulla strada. “ma caro” aggiunge Ayin con fare suadente, non volevo certo offenderti, mi sembri anche piuttosto piacente. Ma mi aiuti o no? Sono in pericolo!” strilla nelle orecchie a Marte. Con un colpo di redini, il cavaliere si avvicina speditamente agli estranei. Marte si gira su sé stesso: guarda la strada, avanti e indietro, ma non vede nessun cavaliere né alcun cavallo. ” ma siete suonati? dove avete visto un cavallo?” Modelius scherza con Ayin: “Mah…. l’aspetto è sicuramente migliore, te lo concedo… ma il caratteraccio mi sembra lo stesso di prima!!” e ride fragorosamente. “Hey, anche tu non sei male” strizza Ayin l’occhio a Modelius.

“Ehi voi! perdonate se interrompo la conversazione, mi sapreste dire che razza di posto è questo?” Marte sobbalza al suono della voce di Thurun, il cavaliere: “Ma da dove diavolo sbuchi??” dice al cavaliere “…e perchè importuni questa ragazza?” chiede con fare indagatorio mentre finisce col piede in una pozzanghera. “Maledizione ai quadrupedi ingombranti… Ehi, accidenti, sposta quel cavallo o qui non si riesce a passare!”. Thurun scende da cavallo accarezzando la bestia: “Ehi, cerca di essere gentile con questo ‘quadrupede ingobrante’. Ho solo fatto una domanda”

Mentre Presenzia trova una bella mela da un albero e se la mangia osservando il paesaggio attorno a sè come se niente la riguardasse, Ayin, rivolgendosi al cavaliere, strilla puntandogli il dito contro: “ti ho visto sai? sono due ore che mi stai inseguendo, si può sapere cosa vuoi da me?”. “Hey ragazzina” interviene Marte “non mi sembra che questo qui sia un tipo aggressivo, che problemi hai avuto con lui? Non ho capito”. Ayin risponde a Marte con aria risentita : “continua ad osservarmi, è inquietante! Sono ore che mi segue!”.

L’atmosfera si rilassa quando Modelius dice a Presenzia “Ma tu stai sempre a mangiare mele?”. “Che poi le trovi sempre e soltanto tu… è buona, almeno? Non è che ti ritrasformi un’altra volta?”. Presenzia e Marte scoppiano in una risata! “Ahahah!!! bella sarebbe… occhio alle mele, forestiero, fanno strani scherzi da queste parti, se ne mangi una capace che diventi un macaco, o peggio come Modellius anche..” Presenzia sghignazza “ahahaha gattaccio” e gliene lancia una cercando di colpire in testa Modelius che però, grazie ai suoi riflessi da uomo-gatto, la afferra al volo. “Dicono che una al giorno di queste toglie il medico di torno… d’altra parte, io non ne ho nemmeno mai visto uno, quindi…” e dà un bel morso alla mela lanciata da Presenzia.

“Per rispondere alla tua domanda, forestiero,” si fa avanti Marte “benvenuto nella Valle del Momento. E’ un luogo-non-luogo in cui succedono cose e si incontra gente, spesso strana. Non farti ingannare dalle belle apparenze del luogo-non-luogo: a volte è pericoloso” dice mentre uno spruzzo di lava della Foresta di fuoco lambisce la strada sfrigolando e sfumacchiando. “ci mancava anche la lava” commenta Presenzia mentre cerca di schivare lo spruzzo che si dirige frettoloso proprio verso i suoi preziosi capelli. Marte cammina evitando le pozzanghere e girando attorno al cavallo. Proprio mentre è dietro al sedere del cavallo però la bestia gli fa una scoreggia molto vicina al naso. “Maledetta bestiaccia!” sbuffa innervosito. Thurun scoppia in una fragorosa risata. “Vedo che hai appena fatto amicizia con il mio cavallo!”. Si avvicina di più al gruppo tendendo la mano in segno di saluto: nessuno ricambia.

Ayin continua con la sua tiritera: “sentite” dice a tutti con aria sommessa “io vi prego di aiutarmi, sto portando un cimelio molto importante con me, una cosa segreta, e sono facile preda di persone che mi volgiono sottrarre questo tesoro prima che giunga a destinazione. Questo col cavallo non è una brava persona come pensate, io lo sento che mi vuole depredare. Aiutatemi” “Ah, sì, oracolo?” dice Marte “e come faresti mai a sentire che questo è un cattivone? e che cimelii preziosi trasporti?” dice con tono più che interessato. “Ragazzina, questo cavaliere non mi sembra affatto pericoloso” commenta Modelius. “Mi dispiace è un segreto” sussurra seduttiva Ayin “ma se mi aiutate a capire dove devo andare vi ricompensero…” aggiunge maliziosa. “Tira fuori, ragazzina, fa vedere, così almeno sappiamo che cosa dobbiamo aiutarti a proteggere” ribatte Marte.

Thurun guarda stupito la ragazza. “Io dovrei… depredare? Ma se tutto ciò che cercavo era un riparo dalla pioggia e magari un pasto caldo. Piuttosto voi, che mi sembrate più assennati, avete qualcosa da mangiare? Posso ricambiare con storie e qualche ballata attorno al fuoco” “Ha ragione il vecchio” commenta Modelius ignorando completamente la proposta di Thurun “anzi, il giovane… insomma, fai vedere cosa cosa custodisci, ragazzina”. Ayin, con un guizzo veloce, nasconde qualcosa dietro di sé.

Presenzia, con un balzo arriva alla ragazza, la immobilizza con un morso della bocca cerca di rubarle il fagotto. “Aiutoooooooo” urla Ayin disperata mentre riesce a divincolarsi dalla stretta traendo in salvo il suo carico. Marte si avvicina quatto quatto a pochi centimetri da Ayin: “dà qui!”. Fruga cercando di afferrare il fagotto. “ma sei un bastardo!” urla Ayin sentendosi predata mentre Marte le strappa il fagotto. Pesa circa un kg, ha una forma ovale, è duro al tatto sotto la stoffa. “Non ci posso credere! Io mi fidavo di te!” piange Ayin stremita, in ginocchio sul ciglio della strada. “Hey Presenzia, prendi qui!” urla Marte mentre lancia il fagotto.

“Hai preso qualcosa che non ti appartiene, bulletto da quattro soldi, e io prendo te” esclama stizzito Thurun nel tentativo di difendere la ragazza, stupita dal veder prese le sue parti proprio da colui che riteneva inizialmente pericoloso. Si scaraventa su Marte per atterrarlo anche se non ha più lui il prezioso carico in mano che cade per terra vicino ai piedi di Presenzia. “Ridatemelo immediatamente, non sapete quello che rischiate!” grida Ayin mentre comincia a menar colpi a destra e sinistra alla cieca. “Ti fidavi di quel vecchio, ragazzina? E non ti fidavi di questo cavaliere, che invece sta prendendo le tue difese? Complimenti per l’intuito…” ironizza l’uomo-gatto. “Cavaliere, ti chiedo scusa” piange Ayin pregandolo di perdonarla.

Mentre Marte e Thurun continuano a bisticciare come ragazzini, Presenzia apre il fagotto: dentro è c’è un uovo tutto d’oro con una piccola fessura. “Cosa pensi che sia, ragazza” dice Modelius “E quella fessura?”

“Ahah, credo che quel naso non si rimetterà presto” continua soddisfatto Thurun mentre tiene immobile il malcapitato Marte con il viso a terra. “Hey, ma non ti sembra che io sia già abbastanza bagnato!?” strilla innervosito Marte da dentro una pozzanghera “Sei appena arrivato e già vuoi dettare legge?”.

Senza proprio considerarli, Presenzia strofina l’uovo che, per tutta risposta, ssi muove; lei si spaventa e lo lascia cadere a terra. Si sente un rumore di guscio rotto. Poi, uno scricchiolare.

[…]

La pioggia è cessata. Un raggio di sole illumina la strada. Un’ombra gigantesca sorvola per un attimo il gruppo che inizia ad essere inquieto: da lontano si vede un grande volatile, un immenso rapace sputa-fuoco, in assetto da combattimento che sfreccia in picchiata verso il gruppo. Sembrerebbe la sua intenzione sia quella di recuperare l’uovo o quello che ne resta. Il cavallo di Thurun si spaventa e scappa via nitrendo nella Foresta di Fuoco.

Modelius afferra la sua spada magica e la sbatte per terra nel tentativo di capire come si possa usare per difendersi dall’uccellaccio che continua a minacciare il gruppo con il fuoco e picchiate radenti. La spada lancia piccoli accenni di luminosità dalla gemma incastonata nell’elsa ma nulla di più. “Cosa vuoi fare con quel coltello, gattaccio” ridacchia Presenzia. “Mannaggia, sinché non troverò quello sciamano che mi insegni, questa spada non mi aiuterà poi gran che…” commenta Modelius. “Sciamano o no, quella spada non ti servirà a niente contro quel gigante in picchiata! ” esclama Thurun sarcasticamente. “Voi non sapete cosa state facendo” grida Ayin al gruppo “l’uccello dalle piume draconiche non può essere fermato da alcuna spada!”

“Ho il timore che quegli strani megaliti là in fondo centrino qualcosa… sapete perché stanno là e dove conducono?” chiede rivolgendosi agli altri. Notando i megaliti, Modelius sente l’impulso di avvicinarvisi, quindi ringuainata la spada corre in quella direzione, incurante del resto del gruppo e di quello che sta succedendo. “Già, gli antichi cartelli stradali degli antenati… quei ruderi sono innocui, forestiero! anzi, potremmo ripararcisi sotto fintanto che quella bestiaccia non se ne va!” dice indicando l’uccellaccio che si dirige in picchiata da lontano… sputando il solito fuoco.

Marte corre verso i megaliti. “Al riparo!”. L’uccellaccio sputafuoco è a una cinquantina di metri e si dirige in picchiata puntando dritto verso Ayin. “Si salvi chi può!!” “Mettiamoci al riparo di questi megaliti!” conferma Modelius; Presenzia corre e trova un varco dove infilarsi vicino ad un albero di mele: già che c’è, ne afferra una, e si infila dentro il varco.

“Hey, fermi tutti!” dice risollevata Ayin che resta, come inebetita, immobile in mezzo alla strada come una sciocca: “ma dunque voi conoscete il grande Sciamano?” Thurun afferra di peso Ayin “Blateremo di sciamani più tardi!”. L’uccello è ora, in effetti, ad appena 20 m da Ayin, a un’altezza di circa 5 m da terra e in picchiata cerca di afferrare l’uovo. Da questa distanza, si nota chiaramente che ha qualcosa di particolare: ha un solo occhio in mezzo alla fronte. Ayin, tira fuori uno strano corno e comincia a richiamare con il suono l’uccello ma Thurum la afferra di peso ed entrambi cadono rotolando di lato. L’uccello tocca l’uovo e lo strappa dalle mani di Ayin ma l’uovo ruzzola per terra. Ayin, finita a terra, si accorge però di non avere più il corno fra le mani.

Nel frattempo, a contatto diretto con la pietra dei monoliti, Modelius sente drizzarglisi di nuovo il pelo e nota il cristallo nell’elsa della spada che si illumina un’altra volta… “Ci risiamo…” dice. “Be’, ora che ricomincia a dar segni di vita, proviamo un’ultima volta a vedere cosa succede”, ed estrae nuovamente la spada, levando in alto la punta, in direzione del misterioso uccello che lancia un nuovo grido, si gira e ritorna alla carica. “Noooooooooooooooo” urla Ayin ” solo il suono del corno può fermarlo!”. In effetti la spada torna a essere grigia e la pietra non risplende più. “Niente da fare…” commenta Modelius sconsolato “e il cristallo ha pure smesso di emettere luce…” Thurun si rialza e corre verso i megaliti trasportando la ragazza: “Non lo capisci? Devi metterti al riparo, sta cercando te!”

Incredibilmente, il gruppo si trova testimone di un fenomeno inaspettato: il megalite dietro cui si è nascosta Presenzia si sposta autonomamente e, rotolando, giunge in pochi secondi velocemente in direzione di Thurun, di Ayin e dell’uovo. “Che succede??!” grida esasperato Marte “i massi si stanno muovendo! Ma possibile non ci sia niente di tranquillo e normale in questo posto??”. Ayin si divincola da Thurun e si mette a cercare il corno “eccolo finalmente”. Afferra il corno e comincia a suonare come se non ci fosse un domani. “Ehi, cavaliere, unisciti al concerto della ragazzina col tuo flauto… non ne avevi uno?” suggerisce Modelius. “Flauto…?” chiede Thurun “Ah dici questo? Giusto , forse due di questi saranno più efficaci. Poi mi dovrai delle spiegazioni ragazzina, quel corno e questo flauto non sono strumenti qualsiasi. Suvvia con quel fiato, apriamo le danze!” dice Thturum mentre comincia a suonare una strana melodia.

I due strumenti suonano melodie mai sentite, dolci e terrificanti allo stesso tempo. L’uccello si ferma in volo, sospeso: volteggia pacifico in cerchi antiorari sempre più larghi, a un’altezza di circa 30 m da terra.. Ha un fremito di commozione e versa lacrime che, appena toccano terra, fanno esplodere una pioggia torrenziale. “Ricomincia la pioggia”, esclama Modelius mettendosi al riparo sotto un grosso masso. Anche Marte si appoggia a un grosso megalite per proteggersi dall’acqua ma la roccia, infastidita, si muove e inizia a ruzzolare fino a spostarsi dall’altra parte della strada lasciando delle profondi pozzanghere da rotolamento per terra e Marte fradicio sotto lo scrosciare della pioggia. L’uccello intanto si posa a terra e il gruppo comincia ad osservarne meglio le fattezze: punta all’uovo e ci si siede sopra delicatamente senza fargli male. Ayin gli si avvicina e comincia a parlargli con strane parole “ukluisin evirai attones midorelmai”. All’improvviso dal largo becco esce una calda voce ” Lieto di trovarti finalmente, figlia del mare” mentre lo sguardo dell’unico occhio è rivolto ad Ayin. “Ma questo uccello parla?”  esclama stupita Presenzia. “Accidenti, l’uccello parla… è magico!” conferma come sempre Modelius. “E cosa pensavi che fosse? un animale da cortile gigante?” aggiunge Ayin con una punta di sarcasmo. La scena è magica, il gruppo è immobile e rapito dalla scena e dalla bellezza della bestia, apparentemente innocua, così vicina a loro.

La scena li rapisce talmente che Marte, approfittando della distrazione generale, pensa bene di avvicinarsi di soppiatto a Modelius per cercare una volta di più di rubargli la bella spada magica. Purtroppo però, uno stecco si spezza sotto il piede di Marte proprio mentre ha la mano sulla spada. “haahah vecchio volevi togliere il coltello al gattaccio?” ride di gusto Modelius. “Vecchio bastardo, non puoi proprio farne a meno, vero?!” dice spostando la spada e mettendo la mano sull’impugnatura. “eh eh..” risponde Marte, “volevo solo lucidartela, che credi?!” risponde a Modelius in tono imbarazzato. “Oh, guarda, che carino l’uccellino” dice indicando la bestia e dirigendosi imbarazzato verso l’animale.

Thurun, infastidito dalle blasfeme azioni di Marte in un momento così solenne, si avvicina al pennuto e dice a bassa voce: “Credevo che la vostra razza fosse ormai estinta”. L’uccello distoglie lo sguardo dalla ragazza e socchiude l’unico occhio ” Siamo rimasti in pochi… sedetevi, è una lunga storia”. “Mi piacciono le storie”, dice Modelius sedendosi comodamente davanti allo strano uccello sotto una pioggia che non accenna a smettere. “come sarebbe bello se davvero ce la raccontasse la sua storia” commenta languida Ayin.

 

 

 

 

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